Lunga e diritta correva la strada

Infortuni in itinere e incidenti stradali - un punto

Nel 2022 le denunce di infortunio sul lavoro sono aumentate di circa il 26% rispetto all’anno precedente, mentre il numero dei morti è diminuito di circa l’11%. Ci si potrebbe ritenere soddisfatti di questo secondo valore, anche se credo che finché non si arrivi al numero 0 non si possa abbassare la guardia.

Resta però altro il numero di infortuni sul lavoro che avvengono su strada. Gli incidenti stradali sono infatti la causa di circa il 45% dei morti sul lavoro

Una doverosa premessa.

Quando si parla di denunce di infortunio, non si fa riferimento ai numeri che vengono poi accertati in modo definitivo da INAIL. I dati sugli infortuni accertati (con e senza esito mortale) sono ovviamente inferiori alle denunce presentate, e vengono diramati in genere intorno a metà anno.

È considerato infortunio in itinere l’incidente verificatosi durante il “normale” percorso:

  • di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro;
  • che collega due luoghi di lavoro, se il lavoratore è titolare di più rapporti lavorativi;
  • di andata e ritorno dal luogo di lavoro a quello di consumazione abituale dei pasti, qualora non sia presente un servizio di mensa aziendale.

L’infortunio non è però indennizzato dall’Inail, se vi sono interruzioni o deviazioni del percorso del tutto indipendenti dal lavoro o, comunque, non necessitate o se causati direttamente dall’uso e abuso di alcoolici, psicofarmaci, sostanze stupefacenti (non a fine terapeutico).

L’interruzione e la deviazione si intendono necessitate quando sono dovute:

  • a cause di forza maggiore;
  • ad esigenze essenziali ed improrogabili;
  • all’adempimento di obblighi penalmente rilevanti.

Applicando questi ragionamenti su suolo italiano, a partire dai dati ACI-ISTAT sugli incidenti stradali, si arriva ad una stima di circa 1.100 – 1.200 morti su strada in occasione di lavoro, di molto superiore ai dati registrati da INAIL a conferma che questi danno una stima solo parziale del fenomeno.

In questo contesto, l’attenzione che i datori di lavoro ed i responsabili della sicurezza dei lavoratori (RSPP ed HSE Manager e comunque tutto il SSSL) devono rivolgere alla questione degli spostamenti su strada dei propri dipendenti deve necessariamente diventare prioritaria, con azioni che vadano al di là di quanto previsto dalla sola normativa relativa alla sicurezza sul lavoro. Devono cioè intervenire con valutazioni specifiche del rischio stradale, anche implementando, ad esempio, veri e propri sistemi di gestione conformi ai requisiti dello standard ISO 39001 anche perché le variabili possono essere molteplici (disattenzione, deficienza dei mezzi, uso di dispositivi alla guida, condizioni esterne, ecc…)

Ne consegue che, in generale, il lavoro su e con la strada resta uno dei problemi più nascosti e difficilmente affrontati dalle aziende anche quando gli operatori intervengono direttamente sul sedime stradale per interventi quali asfaltatura, manutenzione, ripristino barriere.